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Coraline (2009) - Regia di Henry Selick (Spoiler)

  • LBD Productions
  • 26 nov 2018
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 4 dic 2018

Una fiaba dark basata sul passaggio dall'infanzia all'adolescenza di una novella Alice, sperduta tra le tentazioni di un mondo senza problemi e di una famiglia fin troppo perfetta.

Sinossi


Coraline Jones non è soddisfatta della sua vita.

I genitori non la considerano, la casa in cui si è trasferita è vecchia e grigia, gli irritanti vicini sbagliano il suo nome e nulla sembra poter rendere interessante la sua estate priva degli amici di infanzia.

Dietro una porticina dell'abitazione, tuttavia, si cela una realtà parallela in cui domina l'impossibile. I genitori sono amorevoli, i vicini la divertono e il giardino prende vita in uno spettacolo di luci e colori. C'è solo un problema... Tutte le versioni alternative delle persone della sua vita hanno dei bottoni al posto degli occhi. E vogliono che hanno Coraline ce li abbia...


Quando il film batte il libro


La storia di "Coraline" è stata ideata dal geniale scrittore Neil Gaiman, desideroso di riportare in auge il lato horror delle fiabe attraverso un racconto di formazione spettrale.

"Coraline" è l'occasione di affrontare il passaggio dall'infanzia all'adolescenza in maniera originale e creativa; la protagonista non è altro che una novella Alice che attraversando il corridoio da una porta magica (nel film, reso una sorta di cordone ombelicale colorato) si ritrova in questo mondo specchiato al suo, in cui bizzarri personaggi le fanno compagnia come accadeva similmente nell'opera di Lewis Carroll.

Il testo di Gaiman trasuda, tuttavia, un'atmosfera piuttosto cupa in tutti i suoi capitoli; lo stesso autore, tra l'altro, ha affermato che la sua protagonista era una tipetta un pò dark che rimaneva incantata anche dalle situazioni più straninanti.

Henry Selick, regista della trasposizione cinematografica, tenta un approccio diverso: desidera rendere un pò più infantile e ribelle la ragazzina per potercela vedere completamente cresciuta sul finale; le dona un look unico ed indistinguibile (i suoi capelli blu esistono solo nel film) e le fa vivere un universo parallelo giocoso e colorato - senza comunque tralasciare l'insicurezza di avere dei personaggi con dei bottoni al posto degli occhi.

La scelta di realizzare un film in stop motion, inoltre, carica il film di un'atmosfera ancora più suggestiva ed ammaliante; che sarebbe quasi impossibile da ricreare in una realizzazione live-action.



Uno dei successi della trasposizione di Henry resta però la sceneggiatura.

Adattare un romanzo sul grande (o piccolo) schermo porta con sè degli inevitabili cambiamenti o tagli che - se fatti con coscienza - migliorano la qualità del film e stabiliscono una buona sintesi filmica. In "Coraline" il cambiamento maggiore, e che migliora la storia, è suddividere i momenti ambientati nel vero mondo e in quello fantastico. Nel libro la struttura in tre atti è marcata decisivamente: i lettori vengono subiti introdotti alla vita grigia della ragazza e subito dopo alla sua versione alternativa. Nel film, invece, Coraline ha occasione di risvegliarsi più volte nel mondo reale - dopo aver passato incredibili nottate nell'Altro-Mondo. Ciò fa nascere in lei un graduale desiderio nel ritornare in quel mondo e poterci vivere per sempre; assecondando quindi i lugubri piani della strega antagonista (l'Altra-madre) che vuole impossesarsi della sua anima.

Un altro cambiamento cruciale, ben accolto dallo stesso Gaiman, è la presenza di Wybie; il nuovo e bizzarro amico di Coraline non esistente nel libro ma necessario nel film affinchè la protagonista possa avere qualcuno con cui parlare nei momenti chiave in cui non avrebbe nessun altro a cui rivolgersi.

Ciò che, invece, si è andato perso nella trasposizione sono vari passaggi piuttosto lugubri e crudi, che avrebbero stonato nell'opera in stop motion. In futuro, forse, potrebbero realizzare una versione live action che segua l'andazzo stilisco di Gaiman; fino ad allora, esiste l'ottimo fumetto adatto ed illustrato da P. Craig Russell.

Nel complesso, comunque, Henry Selick riesce laddove molte trasposizioni falliscono. Il suo "Coraline" - ad oggi l'opera migliore della sua carriera - rispetta pienamente il messaggio che la fiaba voleva trasmettere.

Ma quali sono le tematiche trattate?


Strappare il velo di Maya (e far felice Schopenhauer)


Si era detto all'inizio che "Coraline" fosse un racconto di formazione. La lezione imparata dalla protagonista non è affatto una semplice moraletta; è una verità che se già accolta da bambini può prevenire alcune delusioni della vita da adulti.

"Coraline" non mente: il mondo non può essere sempre un posto felice. Esistono i momenti di noia, di tristezza, i momenti in cui non si avrà voglia di fare qualcosa e i litigi con i genitori. Eppure è lo stesso mondo che, se affrontato con un sorriso e positività, può rivelarci momenti piacevoli e da ricordare.


"Il desiderio di una vita perfetta è un falso bisogno, ciò che Coraline cerca è ristabilire quel legame di tranquillità della sua infanzia; il che - nel cammino verso l'età adulta - muta nel dover comprendere le vere meccaniche del mondo e riuscire a trovare la propria stabilità."

Coraline si trova nell'età della ribellione, un periodo della vita molto delicato, perchè certe illusioni con cui si è vissuto nell'infanzia vengono spezzate e si ha più volte la sensazione che il mondo crolli ai propri piedi. La Coraline che cerca quindi un legame giocoso con la realtà, proietta nell'Altro-mondo il suo costante bisogno di restare una bambina (oltre ad essere Alice, Coraline è quindi anche un pò una Peter Pan sognatrice).

Tuttavia, l'Altro-Mondo è una finzione. Un luogo che non esiste; uno specchio per le allodole di cui la protagonista è rimasta vittima. Ecco che emerge, quindi, un altra importanza lezione: non sempre chi ti aiuta e ti facilita la vita, è davvero una persona onesta. Dietro maschere felici ed allegre può celarsi il lupo cattivo della situazione.

Lo Shock dello strappare il velo di Maya riconduce Coraline nella realtà e nel pentimento di stare abbandonando la sua vera famiglia. E' il primo fatidico passo verso la sua maturazione; che la porterà a combattere coraggiosamente contro le fantasie che aveva desiderato e che Henry Selick trasforma in incubi dalle fattezze più orribili.



"Attento a quello che desideri" è lo slogan scelto per la campagna pubblicitaria del film. Il desiderio di una vita perfetta è un falso bisogno, ciò che Coraline cerca è ristabilire quel legame di tranquillità della sua infanzia; il che - nel cammino verso l'età adulta - muta nel dover comprendere le vere meccaniche del mondo e riuscire - comunque - a trovare la propria stabilità.

Ancora una volte la fiaba è il mezzo con cui trasmettere profondi messaggi e insegnamenti, con semolicità e riuscito coinvolgimento.


Un'opera dall'estetica invidiabile


Si è parlato a lungo dei contenuti dell'opera, ma un altro punto a favore della trasposizone filmica è certamente la tecnica utilizzata per la messa in scena: l'animazione stop motion.

Henry Selick, già regista del "The Nightmare Before Christmas" di idea Burtoniana nonchè del meno conosciuto "James e la pesca gigante") è un campione nel dirigere i centinaia di artigiani ed animatori della Laika Studios impegnati a ricreare, frame per frame, l'illusione di movimento dei pupazzi da loro creati.

Il character design è curatissimo; puoi riconoscere ogni singolo personaggio anche solo dalla sua silhouette, che già ci dà un'idea del suo carattere ancor prima di sentirlo dialogare.

E a proposito di dialoghi; il doppiaggio del film vanta numerosi e capaci interpreti, a partire da una giovanissima Dakota Fanning nel ruolo di Coraline; passando da un'irresistibile Ian McShane (Mr. Bobinsky), un talentuoso Keith David (il Gatto mentore) ed una bravissima Teri Hatcher (la madre di Coraline/la strega); giusto per citare i nomi principali.



Grande sostegno per il mood del film e la sua unicità è l'insuperabile colonna sonora firmata da Bruno Colais. IL compositore d'origini francesi impreziosisce la pellicola con sonorità misteriosa, voci di cori che sussurano parole indecifrabili e temi memorabili.


"Coraline" rimane ad oggi un ottimo film; capace di far rabbrividire ed educare nuove generazioni di spettatori giovanissimi.

Inutile dire che il prossimo progetto di Henry Selick - assente da un decennio sul grande schermo come regista - è più atteso che mai!


Voto: 10

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